Slave Dog PlutoProfilo
Io sottoscritto dog pluto, pienamente conscio della presente richiesta di CONTRATTO DI AFFIDAMENTO-SERVITU' D'ora in poi denominato semplicemente “pluto” come servitore mi sottometto, di mia propria volontà alla mia unica Signora Lady FetishDea e, dichiarando liberamente e senza condizionamenti, di avere il desiderio di essere messo al Suo servizio, di essere da Lei accolto e adeguatamente istruito per poter entrare a aun giorno a conoscere meglio il Suo universo, accetto i seguenti termini : 1. Comprendo pienamente che, per tutta la durata del contratto, io sono uno schiavo-servitore di Sua proprietà e dichiaro di essere del tutto conscio delle possibili conseguenze di questa situazione; 2. Lei mi potrà addestrare per la Sua totale soddisfazione personale e, se necessario, ricorrere a mezzi correttivi per obbligarmi all´obbedienza, anche quando questo appaia in contrasto con il mio desiderio e consenso; 3. Accetto e mi sottometto alle punizioni che Lei vorrà infliggermi; comprendo che mi è concesso di implorare la libertà, o un trattamento pietoso, mentre vengo punito o istruito, ma la mia libertà e/o trattamento è SEMPRE a Sua discrezione senza condizionamenti delle mie suppliche; 4. accetto di adeguarmi ai seguenti comportamenti: - non la metterò mai in imbarazzerò; - non la contraddirò mai; - non uscirò mai dalla castità forzata senza avere avuto il permesso da Lei - la informerò tempestivamente se contraddirò una di queste regole; 5. accetto di conformarmi ai seguenti attributi di schiavitù in ogni momento: - obbedienza - velocità di esecuzione degli ordini - competenza nell'esecuzione degli ordini - successo nell'esecuzione degli ordini; 6. sono consapevole che da questo momento il mio corpo e la mai mente appartengono solo a Lei e potrà utilizzare qualsiasi metodo correttivo e di addestramento qualora Lei lo ritenga necessario. Io quindi consapevole della richiesta di Contratto di Affidamento-SERVITU' e di tutte le Sue regole, mi concedo liberamente e totalmente a Lei, Lady FetishDea. E’ inteso che il presente contratto ha durata vitalizia senza possibilità di recesso e che può essere sciolto solo da Lei, per mia inadempienza o per qualsiasi motivo che sarà comunque sottoposto a Suo insindacabile giudizio. dog pluto Clicca sulla foto per ingrandire Prefazione Sera d’inverno Questo breve racconto è la versione in lettere di uno dei tanti sogni che popolano le mie notti, da quando ho il privilegio di provare a servire, purtroppo non sempre con i risultati che io e Lei ci aspettiamo, Lady Fetishdea. Dal momento che sono restio e poco abile a mostrare i miei sentimenti verso la Signora, sentimenti che spesso possono assumere aspetti banali e poco credibili se non ipocriti, ho provato a trascrivere questo mio sogno qui chiamato Sera d’inverno. I sogni sono rivelatori di noi stessi e dei nostri sentimenti radicati in noi o, spesso, di un destino celato… Capitolo primo Quella sera suonai il citofono in ritardo. Alla Signora non sono mai piaciute le scuse e le giustificazioni, quindi evitai di raccontarle che il treno aveva accumulato 15 minuti di ritardo. E poi, solo uno stupido non avrebbe compreso che in quel momento non aveva molta voglia di mettersi a discutere. Avevo il cuore che batteva a mille per la corsa e le tempie mi pulsavano: un fugace lampo di divertimento misto a curiosità si disegnò nei suoi occhi, notando il rossore diffuso che saliva alle mie guance. Il capo leggermente reclinato sembrava studiarmi, leggermi dentro, come sempre accadeva tutte le volte che correvo da Lei. Come al solito la fissai inebetito e solo quando un sopracciglio si inarcò appena, in palese aspettativa, mi riscossi prendendole una mano e, baciandogliela, mi incinocchiai come mi aveva insegnato la prima volta. Era stato così naturale la prima volta che mi porse la mano: “Fa’ ciò che senti…”. Un secondo dopo ero in ginocchio davanti a Lei, le labbra premute sul dorso della sua mano. “Braaavo….” mi disse con voce vellutata, leggermente compiaciuta “ a.. a.. a.. non ti ho detto che puoi rialzarti…”… – Alzati - mi disse, sollevandomi il mento con un dito, obbligandomi così a incrociare il suo sguardo. - Non aver paura, non sono arrabbiata per il ritardo. Non questa volta… Liberò dal suo abbraccio uno dei suoi affezzionati cagnetti e,................. Presa una copia di Donna Moderna, si accomodò nella sua poltrona preferita, quella di velluto rosso, proprio accanto al camino crepitante. Le gambe accavallate, i folti capelli leggermente scarmigliati, sembrava una vera dea sul suo trono. Troverò mai il coraggio di confessarle che quando veste casual è ancora più attraente del solito? Le sue forme riempivano perfettamente il pullover bianco a collo alto e i jeans ben attillati. Uno stupendo paio di decolletè marrò facevano da giusto contorno alla caviglia ben tornita. - Ancora lì?! - mi riprese facendomi sobbalzare e distogliendomi da quella visione. - Hai 5 minuti per darti una sistemata - proseguì abbassando gli occhi sulla rivista - Il bagno che devi usare sai qual è. Ti aspetto qui: fai in fretta, non abbiamo molto tempo Capitolo secondo Il vapore dell’acqua calda saliva sullo specchio e nascondeva a tratti il mio volto riflesso. Che stavo facendo? Dovevo fare presto: mi aveva dato solo 5 minuti e io mi stavo perdendo nelle solite visioni sognanti… … mi guardai intorno: riconobbi il bagno immortalato nella foto postata sul suo forum, quella che lasciava intravvedere le sue gambe e il servo chinato ai suoi piedi… La Signora ci tiene molto alla puntualità e al rigido rispetto delle regole, soprattutto quando le regole sono dettate da Lei… Feci quindi più in fretta che potei: mi diedi una veloce rinfrescata e indossai l’abito che mi aveva fatto trovare su una mensola del mobiletto, proprio accanto al lavabo. Al mio arrivo la Lady alzò lo sguado dalle pagine della rivista: immediatamente colsi del disappunto nei suoi occhi, le dita smisero di giocherellare con l’anello che aveva all’anulare e anche il piede che ciondolava nervosamente si arrestò di colpo. - Così non andiamo bene… Si può sapere cosa ti sta succedendo? - mi riprese inasprendo un poco la voce - Sei arrivato in ritardo. Ti do’ un tempo limite per darti una sistemata… Sai quanto ci hai messo? In realtà non erano trascorsi che 7-8 minuti, ma so che i suoi rimproveri erano volti a migliorarmi e, soprattutto, non aveva intenzione di fare brutte figure l’indomani sera. - Devo cominciare a seguirti di nuovo passo passo? - proseguì - Forse ti ho concesso troppa libertà? O le punizioni sono troppo leggere? Non potevo far altro che ascoltare a capo chino la ramanzina della Signora mentre elencava sulla punta delle unghie, laccate rosso scuro, tutte le mancanze che avevo commesso negli ultimi tempi. - Cosa dice il V punto del contratto di affidamento-servitù che hai stipulato con me? Ormai avevo gli occhi pieni di lacrime e vedevo la mia Signora solo attraverso un velo opaco. - Rispondi! - “Accetto di conformarmi ai seguenti attributi di schiavitù in ogni momento: 1) obbedienza; 2) velocità di esecuzione degli ordini; 3) competenza di esecuzione degli ordini; 4) successo nell’esecuzione degli ordini” - ripetei tra i singhiozzi. - Bene, vedo che almeno la memoria ti è rimasta… Ricordi domani sera chi ospito? Lo sai che Mistress *** è molto esigente? Credi che sia indulgente come me? - No, Signora… - balbettai. - E poi quando sono stata sua ospite ho avuto a disposizione due suoi servi competenti che mi seguivano ovunque. Cerca di non farmi sfigurare. - No, Signora… Ora va’ in cucina. Metti tutto in ordine e aspettami là: ti raggiungo tra 20 minuti. Al mio arrivo voglio che sia tutto sistemato e, soprattutto, tutto pulito. Capitolo Terzo La cucina non era poi tanto in disordine: la Signora ama molto la pulizia e di sicuro non le mancano i servi che di tanto in tanto si occupano degli ambienti della sua grande casa. Sul piano accanto al lavandino due bicchieri di succo di frutta riempiti per metà e due mozziconi di sigaretta marchiati con del rossetto mi ricordarono che in quel periodo aveva ospitato Lady....... Riconobbi subito le labbra scure della Signora su quel bicchiere e su quel mozzicone… e subito si affacciarono alla mente altri ricordi: Cosa c’è? Ti da’ fastidio il fumo forse?… Non ti muovere.. guai a te se ti muovi! In ginocchio davanti a lei aspiravo il fumo che mi soffiava negli occhi, ormai arrossati, e in bocca, che mi aveva ordinato di tenere aperta. – Vedi, le mie punizioni non sono mai gratuite…– continuava in tono calmo – … lo sai che tipo di sigarette amo fumare… lo sai quali sono quelle che dovevi comprare. E – prevenendo la mia prevedibile risposta – non me ne importa niente se non le hai trovate! E ora, tira fuori quella lingua! Ti suggerisco di bagnarla bene… …continua la lettura…entra in AREA VIP! | ||