F.Dea and Sl seth

Il Feticista.


"Allora, io vado, mio cane. Ricordati ciò che ti ho detto....nessuna trasgressione circa ciò che ti ho ordinato. Te ne starai nella tua cuccia tutta la sera, fino a quando la tua Padrona non ritornerà da questo che, si preannuncia, sarà uno splendido party! Ci siamo intesi?" , esclamò con decisione Mistress FetishDea.
"Si, Padrona, naturalmente mia Dea, tutto ciò che desidera è un ordine per me", rispose prontamente il servo,  con lo sguardo chino.
"Bene, a dopo, allora, cagnolino mio",  replicò la donna, accarezzando leggermente il volto dello schiavo, prima di uscire di casa. Il servo si acquattò nella cuccia di legno  fatta costruire apposta per lui nel retro della veranda, deciso a seguire le disposizioni impostegli dalla Padrona. Ma, come spesso capita quando si è per troppo tempo costretti a sottostare ad un periodo di castità forzata, o meglio rigidamente controllata, nella mente dello schiavo iniziarono ad affiorare dei torbidi pensieri. Pensieri proibiti . Ritornò indietro con la memoria a qualche ora prima quando Mistress FetishDea gli aveva concesso l'enorme onore di poterle fare da zerbino, mentre si truccava. I suoi occhi avevano indugiato a lungo sulle gambe tornite, su quel fondoschiena appena coperto dalla sottoveste di seta nera che, invece, di celare quella splendida opera d'arte,  non faceva altro che renderla ancora più invitante. Ed, infine, lo schiavo si era soffermato ad osservare, con malcelata malizia, quelle deliziose ciabattine nere e grigie che la Padrona usava in casa da un anno o più e i cui tacchi, conficcati sadicamente nel suo addome, gli impedivano di provare quel piacere che, invece, ora era ben visibile. La Dea pretendeva di avere il pieno controllo sulle attività sessuali dei suoi sottomessi e costringeva, spesso, costoro ad indossare delle cinture di castità che, impedendo al membro di erigersi in tutta la sua vibrante erezione, contribuiva ad affliggere e spossare tremendamente la mente degli schiavi. Ma, ora, la cintura era stata miracolosamente rimossa e il pene dello schiavo svettava con prepotenza, chiedendo soddisfazione. Erano, almeno, quindici giorni che non veniva sfiorato da alcunchè. Il glande, rosso come un peperone, sembrava voler esplodere con virulenza tutto il piacere represso. Lo schiavo non voleva deludere la Padrona, ma il fatto di conoscere esattamente dove fossero riposti alcuni suoi "gioielli" personali, come le famose ciabattine, gli slip, il perizoma, le calze di nylon etc... non contribuiva certo a far affievolire l'irresistibile eccitazione. Ancora titubante, il servo si trascinò lentamente verso la camera da letto della donna. La porta era socchiusa e, con la coda dell'occhio, il sottomesso sbirciò all'interno della stanza. Mistress Fetishdea avava dimenticato di riporre nel cesto della biancheria alcuni suoi capi d'abbigliamento indossati la mattina o, forse, sapendo che il giorno dopo sarebbe sopraggiunta la sua sissy maid,  non vi aveva prestato attenzione. L'eccitazione dello schiavo aveva raggiunto picchi intollerabili. Ignorando le conseguenze che avrebbe potuto avere il suo gesto, si intrufolò dentro la camera da letto e, con il cuore che batteva a mille, rimase attonito di fronte all'insperata fortuna che gli si parava dinanzi. Sul letto giacevano il perizoma maculato sul quale aveva tante volte fantasticato, ma che non aveva mai potuto neanche sfiorare, pena tremendi ceffoni in pieno volto, e un invitante paio di calze nere rinforzate in prossimità delle dita. A lato del letto, invece, vi erano gli oggetti che popolavano i suoi sogni da tempo immemore. Le  ciabattine con il tacco della Padrona. Fuori di sè dalla gioia, lo schiavo non esitò ulteriormente e, rimosse le proprie inibizioni, tuffò letteralmente le sue narici nel perizoma di Mistress Fetishdea, ancora impregnato degli umori di quest'ultima. Iniziò a leccarne i bordi ma, soprattutto, l'interno, godendo con voluttà. Contemporaneamente, afferrò una delle ciabattine e, in pochi, secondi, la fece penetrare all'interno di una calza. Posizionò il suo, ormai stremato, membro sull'interno della calzatura, proprio dove aveva notato che si era leggermente consumata per l'uso, e, aspirando la fragranza delle estremità della donna dall'altra calzatura, inondò con violenza l'oggetto del suo irrefrenabile desiderio. Spruzzò come non mai, ricoprendo completamente non solo la ciabattina, ma anche la calza che aveva inserito su di essa. Un senso di soddisfazione misto, però, ad un terribile sentimento di inquietudine subito si impossessò di lui. Ora, aveva un problema. Non sapeva come celare a Mistress Fetishdea quell'atto di insubordinazione ignobile di cui si era reso protagonista. Ma la vita, a volte, ci sottrae a certe scelte facendo in modo che siano altri a decidere per noi. Un rumore simile ad un fruscio destò l'interesse del sottomesso che, ripresosi dall'emozione per l'orgasmo appena vissuto, distrattamente si voltò in direzione della porta. E in quel preciso istante, gli sembrò che il mondo intero gli stesse crollando addosso. Appoggiata allo stipite della porta, con un sorriso tra il sarcastico e l'irato, si ergeva la figura sadicamente affascinante della Padrona.
" Porco schifoso", esordì la donna con un tono decisamente malevolo, che poco di buono faceva presagire per il suo incauto e disobbediente servo, "lo sapevo che, alla prima occasione, non avresti resistito ai tuoi istinti atavici. Avevo programmato tutto, certa di non potermi fidare di te. Non vi era alcuna festa alla quale sarei dovuta intervenire. Era tutto concepito per smascherare la tua inadeguatezza!!!", urlò Mistress Fetishdea che, scattando in direzione dello schiavo, iniziò a schiaffeggiarlo con violenza inimmaginabile.
" Pietà, Padrona. Sono un verme schifoso, uno schiavo indegno della sua bellezza, ma la prego mi perdoni! !", piagnucolava disperato il servo.
"Smettila di piangere, lurido finocchio. Sei un verme, hai ragione, ma il fatto che tu implori la mia pietà senza meritarla, mi fa solo incazzare di più!! " , rispose, urlando in preda quasi ad una forma di sadica isteria, la donna che sputò in faccia allo schiavo tutto lo sdegno che provava in quel momento verso di lui.
" Ringraziami, maiale, per l'onore che ti concedo di ricevere la mia regale saliva! ".
" Grazie, Padrona, grazie per la sua generosità", rispose subito il servo.
" So io come farti passare la voglia di trasgredire alle mie regole. Vieni con me, stronzo!". La padrona afferrò lo schiavo per un orecchio per condurlo nella sua personalissima sala delle torture..........servo seth continua …go on reading…enter my VIP AREA!

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