Pony boy

Nata nei paesi anglosassoni, forse sull'onda dell'amore che gli inglesi hanno per per i cavalli, la pratica del ponyplay consiste nella trasformazione del proprio sub in puledro, sia dal punto di vista del vestiario che, soprattutto, dal punto di vista del comportamento.


Foto: Andrew Blake
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Campi e stalle sono quindi i luoghi preferiti per questo tipo di gioco di ruolo, anche per consentire un'adeguata immedesimazione. Specifiche e particolari sono inoltre le attrezzature: selle, morsi, code di vere crine equine, fruste, oltre, ovviamente, a tante ore di addestramento che fanno assumere al sub un quasi perfetto ruolo di puledro.

Fondamentali sono le implicazioni psicologiche derivanti dal ripetere meccanicamente gesti e movimenti ripetitivi e spesso umilianti. Ovviamente, l'attrezzatura ad hoc velocizza questo processo ed ha un notevole impatto scenografico.
Il sub viene privato della parola e dei vestiti e viene addestrato ad esprimersi a versi. Si prosegue, quindi, con l'apprendimento di gesti tipici del pony, come la camminata (eretta o a quattro zampe) nelle sue varie sfumature, e il modo di alimentarsi senza l'uso delle mani.


Foto: Andrew Blake
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Come è facile capire, il gioco è lungo e, se lo slave non è all'altezza della situzione o sufficientemente motivato, può costringere la Domina a licenziarlo.


      

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